“Gli U2 nel silenzio della valle” La prese in braccio come fosse una bambola di panno lenci, oramai pesava poco più di 40 chili, ma il suo viso, se possibile, era ancora più bello. Quel viso emanava un aura di dolcezza infinita e ti spingeva a pensare che il mondo non fosse così schifoso, come raccontavano i telegiornali. Neppure quel luogo, più simile ad un campo di concentramento che ad una clinica per malati mentali aveva scalfito la profondità del suo sguardo. Un anno prima se n’era innamorato nell’istante stesso in cui aveva incrociato quello sguardo e tutti gli anni di studio, l’etica professionale, persino il giuramento d’Ippocrate furono cancellati dallo sguardo di Iris. Si era innamorato del suo sguardo, della sua voce, del suo nome e di tutto quello che riguardava quella creatura incredibile. Non avendo il coraggio di dire o fare nulla, si limitava a guardarla, incantato come davanti ad un opera d’arte di incredibile bellezza; la guardava e ascoltava la sua voce dare consigli agli altri malati su come innaffiare le piante senza affogarle e su come spazzare in terra senza lasciare tracce di sporco. Qualsiasi cosa dicesse era logica e sensata e lui non capiva perché la malattia di Iris fosse stata catalogata come disturbo istrionico di personalità. È vero, lei risultava sempre al centro dell’attenzione, ma questo succedeva anche senza che lei parlasse o facesse nulla: era la sua immagine a sedurre tutti coloro che le stavano intorno e per la sua esperienza medica questo non faceva di lei una malata. Flavio comprese che doveva fare qualcosa per Iris e in quel momento mentre la teneva tra le braccia dai sui occhi uscirono lacrime che caddero sul viso di lei. Bastò quel poco liquido a risvegliarla, aprì gli occhi, lo guardò con la sua infinita dolcezza e gli chiese semplicemente: “Perchè sono in braccio a te ?”. Lui allora la poggiò delicatamente sulla poltrona sdrucita che stava in quel giardino abbandonato da almeno 20 anni e guardandola con altrettanta dolcezza disse: “… non c’è un vero motivo, mi andava solo di prenderti in braccio …”.


											
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